martedì 31 marzo 2015

Just a Dream..

that what just a dream, just a dream, dream...

Recitava così una famosa canzone dei rem, e sapete, forse veramente viviamo solo in un sogno, il problema è che ce ne accorgiamo solo nel momento
in cui ci svegliamo. Ed è anche colpa nostra, perché forse quel sogno è bello, o perlomeno migliore della realtà in cui viviamo, e questo ci porta
ad aggrapparci ad esso con forza, con la pia illusione che sia realtà, tanto lontana dalla vita di oggi.
Forse invece dovremmo solo aprire gli occhi ed ammettere che quel sogno non esiste, che la vita è un'altra, che quelle persone che pensavi sarebbero
rimaste con te per tutta la vita, in realtà stavamo con te fintanto che eri utile, o per raggiungere uno scopo.
Ti sei sempre detto che le ragazze sarebbero passate e loro no, che sarebbero state li per sempre ad aiutarti, a condividere gioie e dolori.
Io, nonostante tutto, ci voglio credere, voglio credere che alcune persone, tanto rare quanto l'anima gemella, saranno lì per me, come io sarò
lì per loro;

venerdì 21 novembre 2014

Notte....

Cosa sognamo? Cosa sono quelle forme che prendono vita nelle nostre menti, cosa
ci vogliono raccontare, quali misteri svelare; è strano, nei momenti in cui siamo
più stanchi, per esempio di notte, oppure più vulnerabili, come nei sogni,
una parte di noi è più viva che mai, che ci sussurra idee, paure, sogni.
dovremmo imprimere quelle idee sulla carta, im modo da ricordare quel momento in un
luogo tangibile, che non svanisca durante la notte.
La nostra mente lavora anche quandi noi stiamo pensando ad altro, spesso
la risposta a molti dei nostri quesiti avviene quando non li stiamo affrontando
, è come se nel momento in cui la lasciamo libera di vagare, essa ci fornisce
le risposte che stiamo cercando, ma allora cosa siamo noi?
Un corpo legato ad una mente che ha già tutte le risposte ma a cui noi
non diamo ascolto?
Chissà se davvero la verità tanto agognata, in realtà si trova all'interno
di tutti noi...

mercoledì 19 febbraio 2014

Per un futuro migliore

Siamo ormai nel 2014, é passato quasi un anno dalle elezioni, sapete tutti come é andata, sostanziale pareggio tra le forze politiche, con un leggero vantaggio da parte del PD, tentativo Bersani, suicidio sulla votazione del presidente delle repubblica da parte del PD stesso e conseguente esecutivo Letta di grande coalizione, solo per farla breve.
Ora, dopo che questo governo si è distinto più per vicende personali dei propri ministri che per le cose fatte, il vento di Renzi ha spazzato via tutto, ed ora è il suo turno. La mia speranza è che possa veramente dare il via al cambiamento promesso durante le primarie.
Non c'è tempo da perdere, l'Italia ancora fatica ad uscire dalla crisi, molte famiglie non riescono più ad arrivare alla fine del mese, la corruzione dilaga e si è persa la cosa più importante, la speranza che le cose possano migliorare.
Sono solo un giovane che come molti altri lotta per avere il diritto ad un futuro migliore, disposto a sacrifici ma solo a patto di farlo tutti, specialmente le persone più agiate, e la politica in primis.
Cosa farei io nei primissimi mesi: occorrono provvedimenti forti, che diano finalmente un po' di credibilità alla politica. Attaccare subito il problema del lavoro, abbassando le tasse alle imprese e sugli stipendi; è inumano che un operaio lavora quasi 6 mesi per pagare lo stato con le sue tasse. Dove trovare i soldi per fare questo: blocco immediato del programma sugli f35, che ci costeranno 14,3 miliardi di euro, cifra assurda in questo periodo per degli aerei che neanche assicurano affidibalità, e conseguentemente nuova discussione su tutte le missioni che ci vedono protagonisti all'estero; in un periodo così nero, bisogna pensare prima alle nostre famiglie, alle nostre vite, a maggior ragione vedendo come siamo trattati all'estero, basta vedere la vicenda dei marò in India, che devono assolutamente essere processati perché hanno ucciso due persone, ma altresì lo lo devono essere in Italia, non certo in India, questa è la prima missione che chiuderei.
Nello stesso tempo bisogna affrontare la piaga dell'evasione fiscale, probabilmente il problema più grave e che più incide sullo stato; si deve affrontare in diversi modi, il primo, aumentare le pene e i controlli, rimettere subito la legge sul falso in bilancio, perché non è concepibile che una persona che ruba del pane per mangiare prenda 3 anni mentre un evasore, che magari ha evaso milioni di euro, mettendo sul lastrico tante famiglie se la cavi con una multa o qualche anno, in più, ogni sentenza forte emessa servirà come deterrente per tutti gli altri. Ho già detto che bisogna aumentare i controlli, sono ormai anni che dati Istat alla mano, un operaio dichiara più di un gioiellere, questo è assurdo e sconcertante, vorrei controlli a tappeto su tutte queste persone, anche una ad una se fosse possibile, devono spiegare come fanno. Vogliamo parlare dei bar che a metà giornata hanno emesso solo qualche decina di scontrini? Proporrei di usare un metodo che sta dando ottimi risultati a Taiwan e in Portogallo, una lotteria nel retro degli scontrini, per incentivare la gente a richiedergli , metodo semplice che secondo me potrebbe portare grossi vantaggi, specialmente conoscendo la passione per il gioco degli Italiani. Infine, per questo problema va affrontato anche in un altro modo, cioè con l'educazione, cosa intendo: si dever far capire agli italiani che pagare le tasse non è una cosa bellissima come diceva Padoa Schioppa, ma comunque una cosa utile e buona, ovviamente se lo stato funziona e spende questi soldi per i serivizi al cittadino, scuole, sanità, assistenza, strade, ecc.
Capitolo sprechi nella pubblica ammistrazione, mai più altri Mastrapasqua, un impiegato pubblico non può avere più di una carica, e non può a a maggior ragione risiedere in nessun consiglio di ammistrazione di società privata, inoltre, occorre mettere un tetto massimo agli stipendi, direi sui 250 mila euro, in modo che è giusto che queste persone prendano meno del presidente degli Stati Uniti, non come accade oggi; mai più auto blu per tutti, queste devono essere riservate solo alle maggiori cariche dello stato e solo per viaggi ufficiali.
L'ultimo problema su cui mi vorrei soffermare e che mi sta particolarmente a cuore è l'istruzione e la ricerca. Siamo uno dei paese che spende meno per la ricerca, da ragazzo laureato ho potutto vedere con i miei occhi giovani brillanti, costretti ad andare via dall'Italia per continuare le loro ricerche, che poi fanno la fortuna degli altri paesi. La ricerca non è mai fine a se stessa, ma è l'unica che ci potrà permettere di competere con le altre nazioni, specialmente grazie alla grande bravura dei nostri giovani, troppo spesso accusati di essere mammoni, ma che invece virrebbero solo una possibilità di dimostrare quanto valgono. Metà dei soldi risparmiati sugli f35 andrebbero proprio alla ricerca, non dando questi soldi a pioggia, ma solo agli istituti più meritevoli.

Fate questo, e l'Italia rinascerà...

lunedì 30 settembre 2013

Il ritorno del caimano

Ci risiamo, l’Italia è il luogo in cui si cambia tutto per non cambiare niente, e la storia si ripete inesorabilmente; dopo le elezioni, terminate in un “pareggio”, il PD, che dalle elezioni era uscito di poco vincitore ne ha combinate di tutti i colori, e, alla fine, dopo l’ennesimo scandalo che ha portato Romano Prodi “tradito” dal suo stesso partito che aveva contribuito a fondare, le dimissioni di Bersani da segretari hanno portato Enrico Letta a formare un governo “di scopo” con i rivali del Pdl. 
Per un poco, questo governo ha tenuto, lo spread è sceso e la fiducia dell’Europa nei nostri confronti aumentata; non si era fatto però i conti con un uomo che da 20 anni monopolizza la politica di questo paese, mettendo i suoi interessi prima di quelli di tutti gli altri, Silvio Berlusconi. La domanda è questa, come è possibile?
Ripercorriamo brevemente la sua storia, nel 1994, dopo lo scandalo mani pulite, emerge questo imprenditore, che a suo dire, per il benessere del paese che ama, scende in campo, forte di una campagna elettorale all’epoca miliardaria; gli italiani ci credono e Silvio Berlusconi forma il suo primo governo. Aveva promesso praticamente tutto, abbassamento delle tasse, posti di lavoro, un Italia più giusta e sicura, ma il governo ha vita breve e termina nello stesso anno. Dopo una parentesi di governo del centro sinistra, e poi di un governo “tecnico” nel 2001 torna al governo con la casa della libertà, che comprende forza Italia e la lega nord, il partito che causò la caduta proprio del suo primo governo nel 94. Mossa decisiva per la vittoria, fu il famoso contratto con gli italiani, che Berlusconi firmò a Porta a Porta, nel quale si impegnava in caso di vittoria, cito testualmente, a realizzare ingenti sgravi fiscali, dimezzamento della disoccupazione, l’avviamento di centinaia di opere pubbliche, l’aumento delle pensioni minime e alla diminuzione del numero dei reati, impegnandosi inoltre a non ricandidarsi se non fosse riuscito a realizzare almeno 4 dei 5 punti del suo programma.
Il governo rimane per tutta la legislatura, poi, dopo un’altra parentesi di due anni del centro sinistra, Berlusconi rivince ancora le elezioni nel 2008.
Dal 2008 al 2011, il cavaliere rimane coinvolto, oltre agli ormai immancabili processi, a molte “gaffe”, di cui si ricordano, le corna durante la foto con i capi di stato europei, il cucù fatto alla Merkel, e il battibecco con l’attuale presidente della commissione europea Martin Shulz a cui diede del kapò; il massimo forse, e probabilmente uno dei momenti più tristi del nostro parlamento, è quando affermò che chiamò la questura di Milano per fare pressione al fine di liberare Ruby “rubacuori” perché pensava fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak, cosa che “credettero” anche più di 300 parlamentari del Pdl.
Ma torniamo alla domanda fatta all’inizio, come è possibile tutto ciò? Le cause sono molteplici, da una sinistra incapace di creare una forte e credibile alternativa, allo strapotere mediatico del cavaliere, ma credo che la prima causa sia questa: noi.
Siamo noi italiani che l’abbiamo votato, noi che ancora pochi mesi fa gli abbiamo regalato quasi 9 milioni di voti. Credo che una parte del popolo italiano ha fiducia in Berlusconi perché purtroppo vorrebbe essere come lui; ricco, di successo, pieno di donne minorenni e non, che suggerisce a una casalinga di trovarsi un lavoro in nero per aumentare le sue entrate, quindi poco avvezzo alle tasse non come strumento di salasso, ma come giusto pagamento per avere dei servizi essenziali che adesso non abbiamo proprio a causa di tutte quelle persone che non le pagano, che si crede superiore alla legge. Quanti di noi di fronte a uno stipendio di venti mila euro, ne prenderebbe solo una piccola parte, rinunciando al resto? Quante volte sentiamo gente che chiede il cosiddetto “aiutino” ad altri, magari pagando o lasciando intendere che si è in debito con esso? Oppure, quante volte avete detto che non volevate la fattura, ma un bello sconto? Quanti scontrini vedete emettere nei negozi e nei bar?
Ecco, questo è il problema dell’Italia e il perché nel nostro paese esistono persone come Silvio Berlusconi; si è aiutato ed è stato aiutato dal fatto che ha contribuito, ma non solo lui, anche la sinistra su questo punto ha le sue colpe, alla distruzione della scuola pubblica, dalle elementari fino all’università; si sa, uno stato stupido è più facile da comandare, crede solo a quello che vede in tv, e come sappiamo è tutto molto manipolato e spesso censurato, non va a cercare la verità in quella stupenda invenzione che è internet, dove passa si tanta spazzatura, ma tutti possono dire la loro. Faccio solo due esempi per comprendere il quadro, avete mai visto un programma di cultura nelle reti mediaset? Da quando creò le tre reti del biscione, il cavaliere le ha invase di belle donne, programmi strappalacrime e trash, in cui quello che conta è apparire, e non certo avere competenze. Secondo esempio, il giorno del video messaggio di Berlusconi di pochi giorni fa, quanti hanno evitato di trasmetterlo come prima notizia e integralmente? Ve lo dico io, solo uno, quello di Mentana a La7.

In conclusione, italiani, vi prego, leggete, studiate, cerchiamo tutti di essere migliori, di rispettare il prossimo e le leggi, di pensare che avere delle olgettine non è una cosa bella, che la ricchezza si deve raggiungere onestamente; lo so, è molto difficile, ma se tutti ci proviamo, avremo risolto tutti i problemi del nostro bel paese, e personaggi come Berlusconi non esisteranno più....

mercoledì 5 giugno 2013

Inadeguatezza

Il mondo, durante la nostra storia, ci ha sempre messo di fronte a molte sfide, che il genere umano ha cercato di affrontare. Alcune ne ha vinte, altre ne ha perse e noi siamo frutto di questa eterna lotta.
Fin dalla nascita, dobbiamo vincere delle sfide, come camminare, parlare, contare. Non contenti, ne abbiamo aggiunte noi stessi molte altre, all’inizio dovevamo semplicemente trovare del cibo e un posto sicuro per sopravvivere, ora tra esami, partite sportive, test, amori, non possiamo giorno con il pensiero di una di esse.
Alcune persone sembrano avere una marcia in più, combattono meglio, sembrano invincibili, altre invece fanno tanta fatica, gli sembra per ogni cosa di stare a combattere con un terribile mostro, che li spaventa al solo pensiero; per loro, è stata creata una parola, più terribile di molte altre: inadeguatezza. Il vocabolario recita così: insufficienza o sproporzione rispetto agli scopi e alle esigenze richieste. Freddo, duro, deciso, ma questa parola in effetti racchiude tante cose, e tutte negative; vedete, le battaglie, le sfide, le si può vincere, oppure perdere, non è poi così importante; beh, direte voi, a volte questo fa la differenza fra un vincente e un perdente, tra un uomo di successo e un succube, ma la cosa più terribile è pensare di non essere addirittura all’altezza della sfida; è disarmante, ti lascia senza fiato, non riesci a metabolizzare la cosa; il fondo si tocca quando non si è altezza di una sfida che coinvolge una seconda persona, come nei rapporti sentimentali, perché oltre a deludere te stesso, deludi anche una persona a cui vuoi bene, e poi vorresti fare tante cose, urlare, ma rimani fermo, immobile.
Che fare allora? Si può essere più preparati? Sono domande difficili, la risposta non è scontata; forse la vita e le sfide le affronta meglio chi se ne frega delle domande, chi si fa meno problemi, che agisce e basta. Il consiglio è sempre lo stesso, affrontate le vostre paure, cercati di non farvi abbattere da esse, abbiate fiducia di avere nella vostra anima la forza per vincere.

Avete deluso la persona amata? Siate sinceri e chiedete scusa, e sperate....

martedì 23 aprile 2013

Lettera dal futuro


Cara lettrice, o caro lettore...

Se stai leggendo questa lettera di me ormai non sarà rimasto nulla, solo polvere, così come il nostro mondo. Ti lascio queste parole in modo che, qualunque cosa tu sia, e con te la tua razza, non commettiate gli errori che abbiamo commesso noi, che ci hanno portato alla rovina.
Eravamo una razza pacifica, gentile, ci piaceva la scienza, la cultura, le arti. Nel corso della nostra storia, incrementammo le nostre conoscenze, le nostre tecnologie, sperando di colmare quel vuoto, quella paura della solitudine che spesso ci attanagliava. In un certo periodo della nostra storia, cominciammo a costruire aerei e navi, per portarci in ogni punto del nostro pianeta in pochissimo tempo. Le distanze si accorciavano, eravamo tutti più vicini, meno soli, o almeno era questo che pensammo al tempo...
Dopo non molto, arrivò la prima invenzione che sancì la nostra distruzione, non che ovviamente ce ne accorgemmo all’epoca, e non fu tanto neanche per colpa di essa, ma come al solito per colpa nostra e nel modo in cui la utilizzammo; la chiamammo internet, era un modo per rimanere in contatto con persone distanti migliaia di chilometri in pochi secondi, di scambiarci opinioni, notizie, tutto in tempo reale. Non serviva quasi più viaggiare, una persona poteva accendere il computer e avere tutto il mondo a portata di mano, sembrò una rivoluzione meravigliosa.
Noi però, fummo talmente presi che non ci accorgemmo che il tempo che ci passavamo lo stavamo sottraendo alle persone, al suono della voce, a quello del mare, al contatto con la natura, con le lacrime, insomma al contatto con il mondo. Tutti erano in conessione con tutti, eppure eravamo più soli, più tristi.
Dei pericoli riguardanti al tempo che passavamo su internet non ce ne curammo, solo qualche persone lanciò un grido di allarme, che passò totalmente inosservato; eravamo concentri su altri problemi, quello delle risorse, dell’energia, dell’inquinamento, che eravamo certi ci avrebbero portato sull’orlo del baratro, e sarebbe stato così probabilmente, se non fummo responsabili di una ben più infausto fato.
Non solo ogni anno che passava passavamo sempre più tempo su internet, ma cominciammo anche a usarlo sui nostri telefoni, fiumi di persone che passeggiano a pochi passi di distanza e che neanche si rendevano conto della presenza dell’altro perché stavano guardando lo schermo del cellulare, ci eravamo trasformati in zombie, tutto per non essere soli...
Ma anche questo non era più sufficiente, nell’anno che sancì la nostra definitiva scomparsa, quel famoso 2100, ci spingemmo oltre; inventammo il trasferimento di coscienza, che come dice il nome, ci permise di trasferire la nostra coscienza all’interno di internet, della rete. Sembrava il paradiso, non solo avevi una conoscenza che non ti saresti mai sognato, ma potevi avere l’aspetto che volevi, vivere nel mondo che volevi, eri un Dio insomma. Inoltre, quando eri connesso le tue funzioni vitali erano al minimo, e quindi necessitavi di meno cibo, energia, e i governi, alla disperata ricerca di un metodo per diminuire i bisogni della gente, ci invogliarono a passare sempre più tempo all’interno di essa. Sembrava la soluzione a tutti i problemi, invece fu la fine; sempre più gente non voleva più uscire dalla rete, i governi cominciarono a promulgare leggi che permettevano di vivere anche solo all’interno. Le città si spopolarono, nessuno coltivava più, si scambiava baci, comunicava di persona. Un gruppo di noi, me compresa, qualche migliaia in tutto il mondo, cercò di cambiare, di opporsi, di far capire cosa stava realmente succedendo. Ma si sa, le persone diverse sono sempre state emarginate e temute, e fu così anche per noi, con l’ultima guerra, milioni di persone uscirono per l’ultima volta dalla rete per ucciderci tutti, e per poi tornare al loro mondo. 
Del mio gruppo sono rimasta solo io, ora sono vecchia, e sto vedendo l’energia che tiene in vita le persone attaccate alla rete andare via via sparendo, visto che nessuno fa più manutenzione, e quindi sono testimone della fine della mia gente.
Le sole cose che mi consolano, sono questa lettera, e la certezza che quando arriverà il mio momento, potrò vedere e toccare le mie lacrime....

venerdì 12 aprile 2013

Maschere


Uno, nessuno e centomila.
Come sapete questo è il titolo di uno dei più famosi romanzi di Pirandello, ma è anche un grande metafora di vita. L’uomo, alla disperata ricerca di se stesso, non si accorge, o forse fa finta di non accorgersi, della sua natura molteplice, a seconda delle persone e delle situazioni. Ogni momento passiamo da seri a spiritosi, da gelosi a traditori; questo è sempre successo, e il romanzo di Pirandello ne offre una immagine nitida. Non ci possiamo fare niente, è la natura umana, che ci spinge a fare delle cose di cui a volte non ci accorgiamo. Perché si fa questo? Come spesso accade, la motivazione è quella di essere felici; lo facciamo perché non vogliamo soffrire, per paura di perdere le persone a cui si tiene se scoprono i nostri sentimenti, le nostre paure, per cercare di apparire migliori di quello che si è. Che cosa brutta questa, dovremo fare tutto il contrario, essere sempre noi stessi, fregarsene dei commenti della gente, non aver paura di mostrare le nostre paure; ci dobbiamo accettare per quello che siamo, e non per quello che vorremmo essere. Lo so, è dura, spesso ci odiamo per come siamo, per come si affrontano determinate situazioni, per come non si fanno i gesti che dentro di noi vorremmo fare, per le parole non dette alle persone amate, ma occorre partire dall’accettazione del nostro essere per cercare poi di migliorarlo; inoltre, ci dobbiamo circondare di persone che ci accettano per come siamo, con cui possiamo sfogarci, magari persone ben disposte a porci una spalla su cui piangere. Non so se arriverà mai, ma il giorno in cui le persone faranno pace con loro stesse, beh quel giorno avremo cambiato il mondo...